Tante finestre con tante vite e mondi all’interno fino alle piccole celle elettroniche tra le nostre mani. Durante il lockdown le città ci hanno parlato attraverso i sipari in balcone che si sono moltiplicati anche digitalmente. Vivere nella dimensione iperprotetta delle nostre stanze, ma connessi attraverso queste finestre-schermo: la necessità di stare a casa ha marcato maggiormente la società-rete riconfigurando gli spazi privati che creano ora una mappatura di spazi di trasparenza, dove il nostro sguardo si fa onniveggente.
Partendo da celebri film che mettono in rilievo l’importanza dello spazio domestico come La finestra sul cortile, di Alfred Hitchcock (1954), uno sguardo su questo elemento scenografico dove i punti di osservazione si moltiplicano per generare quadri, dentro i quali scene di vita quotidiana si trasformano in opere d’arte.
Le immagini sono nominate rispettivamente con titolo del film e regista : Il sacro Gra, Gianfranco Rosi; La finestra sul cortile, Alfred Hitchcock; Parasite, Bong Joon-ho; L’occhio che uccide, Michael Powell; L’odio, Mathieu Kassovitz
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